E’ un periodo strano, fermo, o almeno lento, ecco, lento. Non fermo, ma sicuramente lento, come se stessimo tutti riemergendo da una pozza di fango, che ti muovi piano, attento a non riscivolare dentro, attento a non berne, attento.

Ma attenti a cosa? A niente in realtà, che nonostante tutto, tutto va bene e tante cose si sono sistemate, o si stanno sistemando, ma sono io, sì, io, che sono stanca, abulica, sempre un po’ … un po’. Un po’ incazzata, un po’ tesa, un po’ appesa, un po’ fuori posto. Come se mi mancasse qualcosa, ma non so cosa sia, no. Non è il lavoro, non è quello. Faccio delle cose, non tantissime certo, ma non è il lavoro che mi manca. Sono felice di ciò che faccio, ho tempo e libertà. E sono cose fondamentali per me, me ne accorgo ora.

E allora perchè questa lentezza, queste titubanze, questo modo quasi “timido”, impacciato di procedere e di fare e di parlare. A volte sembra che tu abbia paura di rompermi. Ed io di farti in qualche modo più male di quanto non te ne abbia già fatto.

Un figlio. C’entra? C’entra sempre. Quindi c’entra. Non lo voglio, ora no. Troppo.. troppo sbagliato. Troppo presto, troppo difficile, troppa voglia di fare qualcosa (ancora!?!? Sì, ancora) di strano, andar via, l’America, o il cazzo che è . Troppo per aria. Lo voglio, lo voglio tantissimo, ci penso sempre e lo so benissimo che lo voglio e che lo vorresti anche tu. Ma tu sei troppo buono, troppo gentile, troppo innamorato di me per dirmelo, per farmi un qualsiasi tipo di pressione, per chiederlo anche solo. Ne abbiam parlato. Ora no. Ma non è quello – è anche quello, mica solo quello – ho voglia di tornare ad essere scatenati, senza pensieri, remore, senza famiglie intorno, senza amici, senza obblighi senza.

Io e te.

A ridere o a sparare cazzate, o a litigare ferocemente. Io e te ad essere stufi di noi stessi. Io e te ad essere presa per il culo, per quanto sono scema. Io e te a …

Io

E

Te

Io e te a stare assieme a mostrarti il culo, osceno. Sì osceno, ad aprirmelo con le mani per fartelo vedere. Così, perché mi va. Io e te a cavarti le braghe e prenderti l’uccello in bocca, dove? Ovunque. Io e te e niente pensieri, niente calcoli, niente soldi, niente “dove andiamo”, niente non so che fare. Io da sola a fare la mia vita, vedere le mie persone e poi scappar via perché mi manchi tu. Rompermi i coglioni alla morte, perché mi manchi tu. E poi non te lo dico, che non ti inorgoglisca troppo. Ma lo sai che è vero. Io torno, torno sempre, sempre. Perché ci sei tu. Non mi frega un cazzo della casa, del frigo, delle tende, della macchina. Mi frega perché ci sei tu.

Eppure mi perdo, mi perdo dietro ai chili, alla cellulite, alle puttanate dei genitori, ad amici che non sono tali, ad un lavoro che non lo so… A tutto.

Eppure la sola cosa che davvero voglio è che tu mi prenda, mi spogli, mi scopi, mi riempia di te, fino a perdere coscienza. Quello mi interessa.