Repliche, come la RAI d’estate.
Mi piace questo post, mi piace come scrivevo e (purtroppo) non scrivo più. Forse invecchio, forse maturo, forse. Non so, sta di fatto che.
TA-NANA, TA-NANA, TA-NANA, TA-NANA… DUM, DU-DUM..
Sono una passeggera.
Sono sempre stata una passeggera. A volte ti dicono “ma a te cos’è che ti PIACE davvero? Cos’è che ti fa vivere?” e si può rispondere in mille modi, tutti validi, per carità. C’è chi vive per fare figli e poi accudirli, chi vive per il lavoro, la carriera, i soldi, il cazzo. L’amore.
Io no. Io sono una passeggera. Cos’è che mi piace? Guardare fuori dal finestrino. Guardarmi intorno. Cantare e vedere le cose, le case, i campi, la pioggia, la strada, le macchine che scorrono. Tutto che mi scorre a fianco.
Non che non guidi, per carità. Ma mi piace quello. Quindi (Andiamo a monte) mi piace starmene in giro, che non è necessariamente viaggiare e non è per niente sinonimo di ferie o vacanze. No. Mi piace andare in giro. E starci in giro.
A volte mi fermo a ripensare (sembro un robotino in standby, con gli occhi fissi e la bocca semiaperta, non un bel vedere, lo so) e mi sembra che la parte im-por-tan-te della mia vita, quella che mi ricordo bene, che mi piace ricordare, sia stata vissuta tutta guardando fuori da un finestrino, con i fatti, le cose, le emozioni, gli avvenimenti che mi scorrono di fianco, veloci.
Con la pioggia. Le luci di notte, come a Bratislava. Come le mille volte in Belgio/Olanda/Francia, in giro con la radio e i piedi sul cruscotto (io ho SEMPRE i piedi sul cruscotto, se non guido) a guardare la pioggia fuori e quel niente grigio che mi fa sentire viva. Il verdegrigio che ti scorre di fianco e tu dentro sempre dentro a quel cazzo di macchina, col freddo fuori e la pioggia, con un caldo soffocante e i vetri che scottano, l’aria delle bocchette direttamente sulla patata ad evitare il surriscaldamento. E gente, passeggini, passanti, macchine, camion, case, fattorie, pratipratiprati, neve, bici, tutto lì fuori e io che guardo e parlo canto rido.
Perché sono una passeggera.
E’ l’unica roba che mi viene bene.
La passeggera.
Attila ha detto:
Invece io sono un guidatore… con tanto di Dolce Metà e Piccolina che ronfano beate sul rispettivo sedile/seggiolino mentre io macino i km sul trattore. Con tanto di bestemmioni sottovoce (per non svegliarle) ai morti di sonno che mi trovo tra le ruote!
Cordialità
Attila
Gino D'andrea ha detto:
BELLO il post e a mio parere scrivi sempre bene e C’E’ TEMPO per inveccchiare credimi.Più che passeggera mi sembri una gran viaggiatrice cosa che,come sai,ti invidio. E ti piace vedere,guardare,cercare,trovare,sapere,pensare a cosa mai fanno gli altri ecc. GIUSTO e BELLO! certo avrai altre..aspirazioni non ultimi e l’amore e i sesso che in verità ti prendono giustamente molto..E mi fa piacere pure ciò. Io? quel che hai detto e quel che ho detto più familia,amici,sport,musica,letture e MOLTO altro,molto.. ah dimenticavo guadagni con non guastano.mai.
padreanomalo ha detto:
Lo fa anche N2 di mettere i piedi sul cruscotto, li leva solo quando deve dormire.
Beato chi può fare il passeggero, perchè suo sarà il riposo durante i viaggi della vita.
bionda84 ha detto:
No! Io in macchina non dormo mai. Mi guardo attorno, come i gatti.
padreanomalo ha detto:
I gatti però poi vomitano. Almeno, il mio lo fa 🙂
bionda84 ha detto:
No io no… Neanche Mazinga, devo dire, ti straccia i maroni continuamente, ma almeno non vomita…
Them ha detto:
Mi ci riconosco molto, anche io sono molto più passeggero che pilota. E’ che mi sembra di assimilare tutto ciò che passa dal finestrino: paesaggi, albe, tramonti, case, cose, persone e battone (e nell’ultimo caso sperando che chi guida non veda il mio occhio clinico e interessato!) 😉
bionda84 ha detto:
Ha ha! Come me, battone a parte…
card.napellus ha detto:
I piedi sul cruscotto muovono in me antichi ricordi. Bellissimi.
bionda84 ha detto:
Sono l’immagine delle mie estati e di quelle di tutti i miei “autisti”/compagni di viaggio, che a loro andasse bene o no 🙂
card.napellus ha detto:
Ricordo in particolare una vecchia utilitaria, con una ragazza che poteva anche somigliarti, biondina, occhi verdi, uno e sessanta a esagerare, con un culo indimenticabile. Piedi sul cruscotto, camicia bianca larga e una specie di gonnellina da tennis che non metteva se aveva le mutandine del costume. Era in Corsica, quasi venti anni fa, e la parte superiore del costume neppure se l’era portata dietro. Ero gggiovane assai, e bischerro pure.
bionda84 ha detto:
Chiamati bischero!!!! TI avrebbe invidiato chiunque, una così… Vabè ho scritto da culo ma ci siamo capiti. Il mio, di culo, è dimenticabilissimo 😦 ahimè.
card.napellus ha detto:
Nei ricordi i culi sembrano sempre migliori. E non solo quelli, carissima.