Parto da un presupposto: Le idee e le opinioni – come dice Clint – sono come i coglioni e ognuno, secondo me, ha diritto ad avere le proprie. Ed entro certi limiti anche a diffonderle. Anche se chi scrive, propugna, diffonde, queste idee è solo un imbarazzante paraculo. Anche i paraculi hanno diritti.

Figuriamoci poi in italia.

Sarà un post lungo, quindi chi non ha coglioni di leggere, salti a piè pari (al limite ci si può sempre rileggere “piedi”, fa sempre la sua porca figura).

Da un po’ di tempo leggo molto volentieri fuori luogo, lo leggo volentieri perchè è scritto BENE (per me è una discriminante fondamentale, puoi anche scrivermi il sesto segreto di Fatima che riguarda le bionde cellulitiche, ma se è scritto male non lo leggo) e perchè ci sono tanti, ma tanti post interessanti, divertenti. Lo leggo volentieri perchè da quelle parole scritte emerge una persona vera. Intelligente, ragionevole, spiritosa e piena di amore. Una mamma sempre di corsa, come miliardi di altre mamme.

Il titolo del post è il titolo di un libro scritto da Mario Adinolfi, una specie di pamphlet contro. Contro cosa? Contro le unioni omosessuali, l’aborto, l’eutanasia, qualsivoglia forma di fecondazione assistita, l’adozione per le coppie non eterosessuali e via dicendo. Sostanzialmente una cosetta che l’avrebbe potuta scrivere il Card. Bagnasco (Bertone no, che c’aveva da fare col consulente fiscale). Il libro prelude ad un manifesto in 20 punti  ed alla creazione di una serie di circoli, immagino fondati allo scopo di diffondere il verbo.

Verbo del quale non c’è alcun bisogno di diffusione, visto che in Italia le ideuzze banali e riciclate del nostro blogger/giornalista/parlamentare/pokerista, sono già ampiamente diffuse e radicate. Salvo poi fare in privato ciò che pare e piace, ma quella è un’altra cosa. Ciò che mi fa ridere è l’alibi utilizzato da Adinolfi, ovvero la tutela ed il rispetto dei “più deboli” in questo caso individuati da Mariuccio stesso, in una serie di stereotipi e banalità.

Vado a caso prendendo direttamente dal blog di Mario:
– I piccini indifesi. Inclusi i feti, evidentemente. A Marioooo!!! Ti faccio conoscere Agata, così capisci che NON TUTTI i poppanti sono creature indifese.
– 
I diritti della famiglia: Mamma (casalinga, possibilmente), Papà (che lavora fuori e mantiene l’ordine in casa, magari ammollandone anche qualcuno di quelli giusti alla mamma se rompe i coglioni), Figli (numerosi)
– Le vittime minorenni ed in particolar modo asiatiche del turismo sessuale. Brasiliani/e, Cubani/e, Giamaicani/e, che si fottano. O meglio che si facciano fottere, a Mario ed ai suoi non interessano.
– Le mamme che danno l’utero in affitto. Indiane o Ucraine specificamente. Invece le gestanti Russe vanno benissimo, non saranno fighe come le Ucraine, ma ci andiamo vicino.
– Gli anziani gravemente malati. Che marciscano fino all’ultimo secondo, cagandosi addosso in un letto di ospedale. Magari da soli.
– Varie ed eventuali. La DONNA, su tutto. In quanto incubatrice, gestante, latteferente. Nooo, ma no! Ma che cazzo hai capito!? No, non in quanto persona. Tipo se una donna non è (e non ha intenzione di diventare, o non può essere) madre, non conta un cazzo, anzi. E’ anche un po’ un rifiuto della società.

Uh! Dimenticavo, Adinolfi è stato parlamentare del PD. Poi vediamo come ci è arrivato, che per me è interessante.

La Binetti è Marilyn Manson al confronto.

Non serve nemmeno confutare tutte queste puttanate, se non per dire che il Mario, con quello che mangia a pranzo, sfama tranquillamente legioni di minorenni asiatiche, che in tal modo non sarebbero più costretti a prostituirsi. In compenso rinunciando a parte della cena, a favore di qualche puerpera Indiana o Ucraina, potrebbe porre fine all’orrendo scandalo degli uteri in affitto.

D’altra parte gli piace mangiare, cosa ci puoi fare?

Ma CHI è Mario Adinolfi? Chè io sono precisina (31/08/1984 VERGINE!!!!) e sono andata a cercarmi biografie e curricula, sul webz. Del quale Adinolfi, per sua stessa dichiarazione, è uno dei massimi esperti in italia.

42 anni, giornalista professionista, collabora a varie riviste (tutte politicizzate, area DC). Entra in Rai (apparentemente come precario) dove conduce “settimo giorno”, trasmissione i cui ascolti fanno impallidire quelli delle finali di Champions, collabora a numerose altre trasmissioni, nessuna delle quali particolarmente nota. Scrive per Europa, quotidiano che senza le grasse dazioni statali non sarebbe mai nato. E’ inoltre opinionista (che non mi risulta ancora sia una professione di alcun tipo) e Parlamentare. Candidato due volte alle primarie del Pd ha preso un numero di voti inferiore al numero di abitanti di Isola della Scala (VR), ciononostante è entrato nel direttivo PD. Candidato a sindaco di Roma gli è andata pure peggio. Nel curriculum tuttavia non viene presa in considerazione la tenacia. Errore, che MA, è tenace. Come una cozza. Quindi si candida alle elezioni politiche. E lo trombano ancora, nonostante le liste bloccate. Ma – botta di culo!! – si libera un buco e zac! Lui entra e si becca stipendio e benefit, il vitalizio non credo. Ah, Marietto, io sono MADREEEEEEE, eterosessuale, accompagnata con un maschio, tutto in regola. C’ho bisogno. Sono un soggetto debole. AIUTAMI!!! Passami un 2-3mila euri al mese, dai.

Al di là di queste piccolezze Adinolfi è uno dei giocatori di poker professionisti Italiani più vincenti. Primo a fare nonsochecazzo, ma nel poker è una roba importante. Stop.

Lavorare? Mai. Ma mai mai. Cioè, questo qua che va in giro a fare il filosofo, l’unica roba di un certo peso che abbia mai fatto in vita è stato GIOCARE A POKER. E mangiare.

Come scrivevo all’inizio, ognuno ha il diritto di esprimere le proprie idee, quali che siano, secondo me. Ma mi da fastidio il paraculo. L’ipocrita. Il finto alternativo che si appella a Pasolini (MADONNA CHE DUE COGLIONI!!!!!! E’ stato sicuramente una mente sopraffina, Petrolio a me non è piaciuto, alcuni suoi film sì, anche molto, ma cazzo BASTA!! E’ morto da 40 anni. Lasciamolo in pace, santiddio!) per propugnare un idea “contro”.

Mi da fastidio Adinolfi perchè è falso. Perchè il pamphlet l’avrebbe scritto contro le Pringles, se le Pringles fossero state un argomento fintamente scomodo, perchè le argomentazioni sono patetiche e banali e scopiazzate (molto meglio Bagnasco, a ‘sto punto, almeno lui al culmine delle cazzate può appellarsi al Padreterno e stop), perchè intortare quattro imbecilli retrogradi non è affatto difficile. Perchè sarebbe ora che certa gente cominciasse a lavorare , invece di grattarsi la panza ed andare in Tv.

Mario, se vuoi lo ripetiamo insieme: Giocare a poker non è un lavoro. Un cazzone come te, in un paese del terzo mondo (quelli che tu difendi a spada tratta, pretendendo peraltro l’applicazione di leggi omofobe qui, in Italia. Vai in Pakistan a difenderli, cazzo!!) lo prenderebbero a calci in culo dalla mattina alla sera, giusto per fare un po’ di moto.

Perchè io comprendo la ricerca di una maggiore notorietà, ma non andando a ferire altre persone. Non facendo sentire molte persone (come se ce ne fosse bisogno) ancora una volta esseri di serie B. Discriminare i diritti delle persone in base ad inclinazioni sessuali è razzismo. Punto. Mario Adinolfi e tutti coloro i quali negano a chi è omosessuale i medesimi diritti degli eterosessuale fanno del razzismo. Come negli USA fino a 50 anni fa si negavano i diritti ai neri (niggers!!), il nostro Marione vuole negare diritti agli omosessuali (FROCI!! Lecccafighe!!!). Allo stesso modo. Con le stesse argomentazioni.

Io credo che la tutela di un bambino non venga affatto dal fatto di avere una mamma ed un papà. Credo che i bambini vengano tutelati prima di tutto togliendoli da un orfanotrofio, secondariamente facendola finita con le cazzate sul papà, la mamma, il rosa, l’azzurro il verde e le puttanate di pseudo movimenti VLM. Perchè, se non ci fossero gli Adinolfi, sarebbe perfettamente normale avere due papà, due mamme o un papà e una mamma. Nessun bambino soffrirebbe, se non ci fossero pressioni sociali così forti, verso una malintesa “normalità”.

Cosa vuol dire essere normali? Andare a lavorare, farsi in 4 per i figli, correre di qua e di là, doversi giustificare senza avere nessuna colpa? Cercare di vivere una vita nel modo più sereno possibile? Crescere dei figli – visto che di questo si parla – educati, civili, aperti al mondo? Allora Veronica è normale. E come lei Sara, Simone, Davide e Andrea. Sono normali. Sono brave persone. Lavorano, studiano, vanno avanti e non chiedono niente di più di quello che IO già ho. Di diritti di cui io posso tranquillamente disporre. Solo perchè a me – tanto per capirci – piace il cazzo e a loro (le femmine, dico) invece no.

Io sono eterosessuale. Mi è capitato, tutto lì. Non mi sento particolarmente fiera per questo e non penso che in quanto tale io debba avere maggiori diritti rispetto a qualcun altro. Noi abbiamo GIA’ una bambina, perchè mai potremmo adottarne un’altra mentre invece una coppia omosessuale no? Spiegamelo. Forse perchè sono più brava io, come mamma? Ma per favore!!! Che quando la meraviglia è venuta al mondo non sapevo neanche come si fa a prenderla in braccio. Che continuo a fare cazzate, ogni giorno, ogni giorno. E ogni giorno imparo. Come chiunque altro.

E voglio parità di diritti per tutti. Voglio che esista la possibilità di abortire, anche se probabilmente non lo farei mai, ma voglio sapere che potrei. Voglio le diagnosi prenatali, perchè quelle che definisci, caro Mario, lievi disabilità, possono distruggere persone, famiglie, vite. E comunque voglio che esista la possibilità di scegliere.

Il problema non sono le coppie omosessuali, o le famiglie “genitore1”, “genitore2” (magari possono essere anche solo papà e papà o mamma e mamma) il problema sei tu.

Il problema sono i Marii Adinolfi che fomentano l’odio per la diversità, il sospetto per chi non è conforme a non si capisce quale standard. I Marii Adinolfi che si vogliono ergere a giudici dell’Etica. Quale etica? La tua, evidentemente.

La tua che scrivi (punto 16 di quella puttanata di manifesto): 16. Tra due gay ricchi che fanno strappare dal seno della madre il neonato appena partorito per far finta di essere madre e padre, e il neonato così platealmente violato fin dai suoi primi istanti di vita, chiunque non abbia un bidet al posto del cuore sta con il neonato. E con sua madre.

Ho controllato, non ho un bidet sotto le ormai cadenti tettone. Nè un water, non ci sta. Ho un muscolo che pompa all’incirca 80-83 volte al minuto (sono un po’ tachicardica, ahimè) e che non sente nulla, nulla vede. Ho un cervello col quale invece penso. E penso che non ci sia violenza alcuna nella scena che descrivi, posto che tutti siano d’accordo. Preferisco un bambino sano, amato e cresciuto bene da due FROCI, ad un bambino maltrattato, denutrito, picchiato e insultato da due genitori etero che non lo volevano.

Ma comunque è l’ipocrisia di chi vuole èpater les bourgeois, costi quel che costi, che mi da fastidio. Era molto meglio continuare col poker, che dava delle gran belle soddisfazioni.